Il fenomeno del CONFLITTO IN ETA’ ADOLESCENZIALE rimanda a termini quali combattimento o urtare una cosa contro l’altra e per tale ragione assume un significato negativo.
Si tratta di una situazione di cui preoccuparsi, da evitare e di cui aver paura.
Per approfondimenti sul tema scrivi a: Sonia Superti
a. BISOGNEREBBE SEMPRE EVITARLO
a1. A mio avviso il conflitto quando si hanno figli in età adolescenziale è essenziale in primo luogo perché banalmente permette all’adolescente di esprimersi e di lanciare un messaggio all’adulto.
a2. Volutamente ho utilizzato due termini “esprimere” e “lanciare un messaggio” in quanto il conflitto non è necessariamente parlato, può essere silenzioso e profondo;
a3. non mi cimenterò nel raccontare quale sia meglio perché reputo che non esista una risposta unanime e migliore in quanto tutto si gioca sulla personalità degli interessati e sulle diverse capacità di dialogarlo.
b.PERCHE’ L’ADOLESCENTE NE HA COSI’ BISOGNO
b1.L’adolescente è in continua lotta con se stesso, con se stesso e il mondo, la società, le regole ma in primis con la famiglia, una piccola società nella quale vi sono ruoli e regole da condividere e da rispettare.
b2.Ed è proprio qui che nascono i primi conflitti, luoghi dove i ragazzi si sperimentano e si preparano al mondo esterno e per questo quindi necessari e formanti; la famiglia pertanto non deve averne paura ma deve farne i conti e pre-vederli come una delle tappe evolutive.
c.QUAL E’ IL RUOLO DEL GENITORE?
c1. Il ruolo del genitore quindi sarà quello di essere presente, senza esercitare una presenza pressante e solo fisicamnete ma fornendo una presenza sostanziale, autentica e interessata ai suoi interessi;
c2.volgere lo sguardo ai propri figli adolescenti significa cercare di comprendere i loro stati d’animo senza fornire loro delle interpretazioni ma cercando un dialogo che a volte può essere anche urlato, silenzioso o sfidante.
c3. Ciò può fare paura perché sembra tutto sbagliato e tutto confusionario ma una valorosa psicologa con la quale ho avuto l’onore di lavorare mi ha insegnato che a volte bisogna avere il coraggio di aspettare….aspettare i loro tempi, aspettare i tempi della relazione, i tempi anche nostri di saper ascoltare
c4. Ma la presenza non basta….dobbiamo essere un modello per loro: le parole sono forse necessarie ma non sufficienti perché per i ragazzi il modello comportamentale assume un enorme significato.
c4.Quante volte si sente apostrofare un genitore dal proprio figlio “sei un ipocrita”….ed è proprio ravvisabile nel modello che il genitore mantiene durante la vita quotidiana che permette all’adolescente di identificarsi con lui, di lottare contro di lui e di prendere le parti migliori per se stesso….alla continua ricerca della propria identità.
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